Un angolo di cava diventa enoteca: cantina di marmo
Massa, 17 settembre 2011 – Stavolta fanno sul serio. Dopo l’esperimento del 2010, il famoso “Lard rock cafè” che trasformò per un giorno “Cava Capraia”, la breccia delle Madielle del famoso marmo “fior di pesco”, pare tanto amato dallo stesso Michelangelo, Pierpaolo Lorieri, presidente della Strada del vino dei Colli di Candia e Lunigiana, e Stefano Grassi, esponente della famiglia Grassi proprietaria della breccia da oltre 40 anni, hanno finalmente realizzato la “Cantina di marmo”, che l’altra mattina alle ore 10.30 ha aperto ufficialmente al pubblico per la prima volta nella storia. All’interno del grande spazio suggestivo offerto dalla cava, oggi ancora in funzione ma solo per operazioni di estrazioni mirate e per opere di rilievo, Stefano Grassi e Lorieri hanno ideato e progettato uno spazio intimo, fra le pareti di marmo, all’interno del quale hanno concretizzato l’idea della cantina in cava. Uno spazio essenziale, come lo spirito stesso del lavoro dello scavo dell’oro bianco, chiuso da due grandi blocchi di marmo con venature di rosa e verde che formano un semplice ingresso con architrave, ma sofisticato nella proposta: «In questo angolo abbiamo costruito la nostra cantina che contiene al suo interno bottiglie della miglior produzione locale, ma anche a livello nazionale e internazionale — ha evidenziato Lorieri — che si mantengono perfettamente. All’interno della cava durante tutto l’anno la temperatura è costante, attorno ai 14 o 16 gradi circa, e anche il livello di umidità si mantiene all’80% circa. Condizioni ottimali per il vino». E da questa osservazione è nata un’altra idea: «Abbiamo portato una botte da 350 litri di vino e l’abbiamo lasciato invecchiare 6 mesi in cava — ha proseguito Lorieri —. Un vino prodotto con uve tutte provenienti dalle colline di Candia, non filtrato, realizzato all’antica». Durante l’inaugurazione il vino è stato spillato e imbottigliato di fronte al pubblico, fra cui anche il sindaco di Carrara Angelo Zubbani, e degustato insieme a focaccette cotte nei testi e prodotti tradizionali del territorio, come i salumi della Bottega di Adò. La cantina questa volta però non chiuderà i battenti: «Assieme all’associazione di guide e accompagnatori turistici “Il tau” — ha concluso Lorieri —, proporremo agli alberghi del territorio un pacchetto turistico di visite ed escursioni guidate alla cava: viaggio in jeep dall’albergo alla cava e ritorno con degustazione di vini nella nostra “Cantina di marmo” per gruppi di almeno 6 persone. La cantina aprirà quindi su prenotazione. Vogliamo far capire con questa operazione che le opportunità ci sono, basta poco, basta avere delle idee e la voglia di realizzarle per attirare un “turismo altro”».
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