Conosciuta anche come Barsaglina, la Massaretta è un vitigno autoctono della zona di Massa – Carrara. Negli anni ’60 era identificata come uva che dava un “vin puzzon”, per il suo riconoscibile odore di …(omissis) idrogeno solforato. Questo era dovuto al modo di vinificarla e all’abitudine di coltivarla nel piano, ai bordi dei campi coltivati, vicino ai canali di scolo dei campi. Ciò nonostante, veniva comunque utilizzata, con altri vitigni rossi, per dare corpo e colore ai vini.
Tra fine degli anni ottanta inizio novanta, con la moderna viticoltura entusiasta per i vitigni stranieri e nobili, questa signorina sconosciuta, sicuramente non nobile e dagli odori poco simpatici, è stata abbandonata.
Nel 1996, l’ho inserita nella mia collezione di vitigni autoctoni, subito fuori dalla cantina. L’ho osservata a lungo, negli anni e nelle diverse stagioni; ci ho provato e riprovato, con quel poco che la collezione mi dava. Poi gli ho lasciato lo spazio che poteva esserle confacente e quest’anno, nel 2023, ci ho provato, gli ho dato modo di esprimersi come voleva. Anche se ancora non l’ho capita, vediamo se riuscirà a entusiasmarci.
Dal 1989 nelle vigne non viene praticata nessuna attività di fertilizzazione, concimazione, irrigazione, diserbo. Attualmente si effettua esclusivamente un leggero taglio dell’erba.
La pendenza dei terreni con terrazze con oltre l’80% di pendenza obbliga a lavorare esclusivamente a mano. La raccolta e tutte le operazioni colturali effettuate manualmente da personale specializzato consentono di intervenire sulla qualità in ogni momento della produzione.
Dal 2008 vengono utilizzati solo lieviti naturali di cantina, niente altro che non venga dalla fermentazione spontanea, rischio enorme ma se funziona corroborante per lo spirito, lo stomaco, la salute.
Vinificazione ed abbinamenti
La nostra interpretazione della Massaretta è un vino che nasce grazie a una macerazione su bucce e parte dei raspi per 15 giorni, fermentazione con lieviti indigeni; prosegue la sua lavorazione attraverso 9 mesi di affinamento in botte di rovere.
“Mi piace immaginarlo come un giovane o una giovane atleta sui trent’anni: potrebbe fare di meglio?
Sì, ma non senza perdere qualcosa. Però, adesso, che spettacolo quando gioca!”
Perfetto con paste ricche come amatriciana, carbonara o cacio pepe. Ideale su secondi di carne come fegato, trippa, bistecche, scamerite e costine di maiale alla brace, arrosto o in umido. Ottimo con erboranti leggeri o formaggi mediamente stagionati.
Sensazioni Organolettiche
Alla vista spicca un rosso rubino pieno, denso e vivido.
All’olfatto il profumo, intenso, ricorda l’erba fresca bagnata, il glicine viola e la mora matura, oltre ad una leggerissima sfumatura di cipria.
In bocca è agile e snello, il sorso frena qualche istante su un tannino tanto muscoloso quanto educato per poi lasciare spazio a una sensazione fruttata via via sempre più rinfrescante che accompagna un finale decisamente persistente.
Varietà: Massaretta (Barsaglina) 100%
Vigneto: vigneto nelle Colline di Candia
Altitudine: da 120 a 170 metri s.l.m.
Esposizione: sud-sud Ovest
Terreno: arenarie e scisti con pochissima presenza di argilla; i vigneti sono disposti su terrazze con una pendenza del 70-80%
Sistema di allevamento: Guyot con sperone e qualche ricordo di cornificazione variabile.
Alcool svolto: 13,10%
Zuccheri residui: 1 g/l
Acidità Totale: 7,25 g/l
So2 Libera: 1 mg/l
So2 totale: 18 mg/l
pH: 3,57
Estratto secco: 43 g/l
Condizioni climatiche: inverno mite con un finale più freddo e secco. Piogge continue dal primo maggio fino a metà giugno. Estate calda e secca. Un giro di piogge a inizio settembre ha salvato la vendemmia.
Produzione per ha: 35 hl
Data di raccolta: 19 settembre 2023
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